Assegno mantenimento figli: criteri aggiornati di orientamento su presupposti e calcolo.

Assegno mantenimento figli: criteri aggiornati di orientamento su presupposti e calcolo.

 

Nelle cause di separazione e divorzio, ma anche nei casi delle c.d. coppie di fatto, si discute
spesso dell’assegno di mantenimento per i figli, specie se maggiorenni. Spesso ci si chiede quali
sono i criteri di calcolo dell’assegno per i figli e se debba essere pagato anche per i
maggiorenni e fino a quando.

Le domande più frequenti sono se esistono delle tabelle, o se l’entità dell’assegno varia al
variare dello stipendio, oppure, ancora, a quanto ammonta se lo stipendio è di 1500 euro
oppure di 3000 euro. Con ogni evidenza la medesima valutazione può riguardare anche
stipendi più bassi, ma anche più alti.

Vediamo quindi con quali criteri sia possibile quantificare e calcolare il mantenimento dei figli
nel corrente anno 2024.

Preliminarmente occorre sgombrare il campo da equivoci, precisando che non ci sono criteri
matematici per effettuare un calcolo dell’assegno, ragion per cui non risulta possibile fare
un’esatta previsione di quale sia, in ipotesi, il mantenimento in favore dei figli che potrebbe
essere disposto dal Tribunale. Risulta tuttavia possibile fare una previsione abbastanza
attendibile, con un range tra un minimo ed un massimo.

I due elementi principali da tenere presente sono:

  • il tempo di permanenza dei figli con ciascun genitore.
  • il reddito e le disponibilità economiche dei due genitori;

Il tempo trascorso dai figli con ciascun genitore

Primo elemento da tenere in considerazione nel calcolo dell’assegno di mantenimento è
costituito dal tempo trascorso dai figli con ciascun genitore.

Se i genitori passano il medesimo tempo insieme ai figli, si fanno carico in egual misura di una
serie di spese (pasti, costi di utenze, etc.). Invece, nell’ipotesi in cui uno dei due genitori resti
gran parte del tempo con i figli, lo stesso sarà gravato di costi maggiori.

In ogni caso, va tenuto conto che, anche nell’ipotesi in cui il tempo trascorso con ogni genitore
sia lo stesso, non va escluso un assegno di un genitore in favore dell’altro per il mantenimento
del figlio, valutata la capacità economica di ciascun genitore.

Anche in caso di affidamento condiviso dei figli, gli stessi restano prevalentemente con un
genitore. Se a questo genitore viene concesso un assegno per i figli sarà gravato delle spese
ordinarie: occorre ricordare che, in presenza di un mantenimento, le spese ordinarie gravano
sul genitore che riceve l’assegno e quelle straordinarie vanno divise tra entrambi i genitori.

Per cui, la previsione di un assegno di mantenimento può esserci anche in presenza di redditi
analoghi e di pari tempo passato dai genitori con i figli: anche se non vi è in questo caso la
necessità di parificare una differenza economica (dei costi sostenuti o dei redditi) l’assegno si
giustifica per forfettizzare i costi ordinari posti a carico di chi lo riceve.

In definitiva:

  • nella determinazione e calcolo dell’assegno di mantenimento per i figli va considerato
    il tempo trascorso con ciascun genitore;
  • maggiore è la differenza di questo tempo e maggiormente giustificato sarà un
    aumento dell’assegno;
  • anche in presenza di una gestione con pari impegno dei genitori, l’assegno si può
    giustificare o per la differenza delle possibilità economiche dei genitori o per
    forfettizzare le spese ordinarie che gravano su chi riceve il mantenimento.

Chiaramente, l’alternativa potrebbe essere quella di dividere al 50% (o con diversa percentuale
concordata) non solo le spese straordinarie ma anche quelle ordinarie. Si tratta però di una
soluzione di non facile gestione sia per la quantità di spese da verificare e compensare e sia per
la possibilità che un genitore contesti il singolo acquisto perché non necessario, troppo
costoso, ecc.

La rilevanza dello stipendio e della situazione economica dei coniugi nel calcolo dell’assegno di mantenimento dei figli

Nel calcolo dell’assegno di mantenimento per i figli, una variabile fondamentale è la condizione
economica di entrambi i genitori. È essenziale analizzare e confrontare la capacità economica
dei due coniugi per determinare l’ammontare dell’assegno. Questo perché l’obiettivo primario
è garantire il benessere del figlio o dei figli, assicurando una condizione di vita proporzionata ai
mezzi dei genitori e il più possibile simile a quella goduta durante il matrimonio. Pertanto, se
c’è una notevole disparità nei redditi tra i due coniugi, colui che ha una capacità economica
superiore sarà chiamato a contribuire in misura maggiore. Ad esempio, se un genitore
guadagna significativamente di più dell’altro, è probabile che debba versare un mantenimento
maggiore per garantire che i figli non subiscano ripercussioni negative dal punto di vista
economico a seguito della separazione dei genitori.

Interessante sul punto è quanto evidenziato da Cass. 16 settembre 2020, n. 19299: “a seguito
della separazione personale, nel quantificare l’ammontare del contributo dovuto dal genitore
non collocatario per il mantenimento del figlio minore, deve osservarsi il principio di
proporzionalità, che richiede una valutazione comparata dei redditi di entrambi i genitori, oltre
alla considerazione delle esigenze attuali del figlio e del tenore di vita da lui goduto (Cass. 1°
marzo 2018, n. 4811)”. La sentenza poi sottolinea che: “l‘art. 155 c.c., nell’imporre a ciascuno
dei coniugi l’obbligo di provvedere al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio
reddito, individua, quali elementi da tenere in conto nella, determinazione dell’assegno, oltre alle esigenze dei figli, il tenore di vita dallo stesso goduto in costanza di convivenza, i tempi di
permanenza presso ciascuno di essi e la valenza economica dei compiti domestici e di cura da
loro assunti, nonché, appunto, le risorse economiche di entrambi i genitori (Cass. 10 luglio
2013, n. 17089)” (Cass. 16 settembre 2020, n. 19299 su assegno mantenimento figli calcolo).

Altri fattori per la determinazione del mantenimento del figlio

Oltre alla capacità economica dei genitori e al tempo di permanenza con ciascun genitore, il
calcolo dell’assegno di mantenimento per i figli è influenzato da una serie di altre variabili che
possono incidere notevolmente sull’ammontare definitivo. Una di queste è sicuramente la
presenza di un assegno per il coniuge: se uno dei genitori è già tenuto a versare un
mantenimento al coniuge, ciò potrebbe ridurre la sua capacità di contribuire al sostentamento
dei figli, dato che tale assegno riduce la disponibilità economica netta.

L’assegnazione della casa coniugale è un altro fattore rilevante. Se uno dei coniugi ottenesse
l’assegnazione della casa familiare, ciò potrebbe eliminare o almeno ridurre significativamente
i suoi costi abitativi. Al contrario, se l’altro genitore non ha a disposizione altri immobili di
proprietà e si vede obbligato ad andare in locazione, le sue spese mensili aumenteranno,
riducendo così la sua capacità di contribuire al mantenimento dei figli.

Tutti questi fattori, insieme ad altri potenzialmente rilevanti, devono essere attentamente
valutati dai giudici o dagli avvocati durante la fase di negoziazione e definizione dell’assegno di
mantenimento, in modo da assicurare equità e tutelare il benessere dei figli.

E’ possibile avere dei criteri di quantificazione per il calcolo dell’assegno di mantenimento dei
figli nel 2023 e 2024?

Si possono indicare dei principi generali:

  • un assegno di mantenimento per un figlio difficilmente è inferiore a 200 o 250 euro e
    serve per coprire le spese ordinarie del figlio;
  • tale importo minimo viene posto a carico anche del genitore che sia disoccupato o
    senza redditi;
  • un assegno di mantenimento per un figlio nel 2023 e 2024 è di circa 350 – 500 euro se
    i genitori hanno dei redditi medi (diciamo tra i 1500 e i 2000 euro al mese netti);
  • in presenza di più figli di solito l’assegno di mantenimento aumenta in modo meno che
    proporzionale: ad esempio per un figlio 400 euro ma per due figli 700 euro.

Questi dati ovviamente possono variare di molto in presenza di redditi diversi.

 

Un’ipotesi del Tribunale di Monza per la determinazione del contributo economico per il figlio

Il Tribunale di Monza, nel 2008, ha fornito delle linee guida per il calcolo dell’assegno di
mantenimento dei figli minori. Queste direttive considerano diversi scenari basati sul reddito,

sul numero di figli coinvolti e sulla presenza o assenza di un assegno di mantenimento per il
coniuge affidatario.

Queste linee guida, fornite dal Tribunale di Monza, offrono un quadro di riferimento per
garantire equità nella definizione degli importi di mantenimento; va in ogni caso tenuto conto
che ogni situazione specifica richiede una valutazione dettagliata e personalizzata.

Nel caso in cui non venga liquidato un assegno per il mantenimento al coniuge affidatario:
Prendendo in considerazione situazioni reddituali medie (ad esempio, un reddito da operaio o
impiegato, oscillante tra € 1.200,00 e € 1.600,00 mensili, erogato per 13 o 14 mensilità) e in
assenza di condizioni particolari come la proprietà di numerosi immobili o depositi bancari
cospicui, l’assegno per i figli si calcola come segue:

Per un figlio: circa il 25% del reddito, quindi tra € 300,00 e € 400,00.
Per due figli: circa il 40% del reddito, quindi tra € 480,00 e € 640,00.
Per tre figli: circa il 50% del reddito, quindi tra € 600,00 e € 800,00.

Nel caso in cui venga liquidato un assegno per il mantenimento al coniuge affidatario:
Tenendo sempre presente le medie situazioni reddituali citate in precedenza, l’assegno di
mantenimento per i figli si determina in base ai seguenti criteri:

Per un figlio: circa 1/5 del reddito, quindi tra € 240,00 e € 320,00.
Per due figli: circa 1/3 del reddito, quindi tra € 400,00 e € 535,00.
Per tre figli: circa 2/5 del reddito, quindi tra € 480,00 e € 640,00.

È importante notare che, in questo secondo scenario, si tiene conto delle necessità
economiche del coniuge obbligato, che potrebbe dover sostenere ulteriori spese, come la
ricerca di una nuova abitazione. Pertanto, i parametri indicati possono subire variazioni in base
all’ammontare dell’assegno destinato al coniuge affidatario dei figli.

Mantenimento dei figli con stipendio di 1500 Euro

Nell’ambito delle cause di separazione e divorzio, un’attenzione particolare viene riservata alla
determinazione dell’assegno di mantenimento per i figli, soprattutto quando si considerano
genitori con redditi limitati, come nel caso di uno stipendio mensile netto di 1500 euro. La
questione cruciale riguarda la capacità di garantire il benessere dei figli, assicurando loro un
tenore di vita dignitoso, nonostante le limitazioni economiche dei genitori.

La sfida principale per i genitori con uno stipendio di 1500 euro consiste nel bilanciare le
proprie necessità di vita con l’obbligo di contribuire al mantenimento dei figli. In questo
contesto, è essenziale considerare che l’importo destinato al mantenimento deve riflettere
non solo le esigenze dei figli ma anche la sostenibilità economica per il genitore obbligato al
pagamento.

Con uno stipendio di 1500 euro, basandosi sulle indicazioni fornite dal Tribunale di Monza e
sulle esperienze professionali nel settore, si può ipotizzare che l’assegno di mantenimento per
un figlio possa variare significativamente a seconda delle circostanze specifiche di ogni
famiglia. Tuttavia, tenendo conto delle linee guida generali e della necessità di garantire il
sostentamento dei figli, l’importo potrebbe oscillare intorno al 25-30% dello stipendio netto
mensile. Questo significa che per un genitore con uno stipendio di 1500 euro, l’assegno di
mantenimento potrebbe situarsi tra i 375 e i 450 euro al mese per un figlio.

È importante sottolineare che tali stime sono indicative e che l’assegno di mantenimento
definitivo sarà sempre determinato considerando le esigenze specifiche dei figli, il tenore di
vita precedentemente goduto e le capacità economiche di entrambi i genitori. La flessibilità in
questi calcoli riflette l’intenzione di assicurare il massimo beneficio per i figli, mantenendo al
contempo un equilibrio finanziario sostenibile per il genitore pagante.

In conclusione, la definizione dell’assegno di mantenimento per i figli in contesti di redditi
modesti richiede un’attenta valutazione delle necessità di tutte le parti coinvolte. Solo
attraverso un’approfondita analisi delle circostanze individuali è possibile stabilire un importo
che sia equo e adeguato, garantendo ai figli il sostegno necessario senza sovraccaricare
ingiustamente il genitore con un reddito limitato.

Mantenimento dei figli con stipendio superiore (ad esempio di 2000 / 3000 Euro o più)

Quando si analizzano casi con redditi più elevati, la determinazione dell’assegno di
mantenimento per i figli diventa una questione ancora più complessa, dovendo tenere conto
di molteplici fattori e della capacità economica crescente dei genitori. Sebbene non sia
possibile stabilire a priori un importo esatto dell’assegno di mantenimento, poiché ogni
situazione familiare presenta specificità uniche, l’aumento del reddito del genitore obbligato al
pagamento implica generalmente un incremento dell’assegno destinato al sostentamento dei
figli.

Nel contesto di redditi superiori, come quelli di 2000 euro o di 3000 euro al mese, le linee
guida proposte dal Tribunale di Monza possono offrire una base di partenza per la stima
dell’assegno di mantenimento. Tuttavia, è importante considerare che, all’aumentare del
reddito, la percentuale del reddito destinata al mantenimento potrebbe subire delle
decurtazioni per evitare che l’assegno raggiunga cifre eccessivamente elevate, non
proporzionate alle effettive esigenze dei figli o alla situazione economica complessiva della
famiglia.

Ad esempio, per un reddito di 2000 euro netti al mese, applicando una percentuale indicativa
potremmo considerare un assegno di mantenimento che oscilla intorno al 20-25% del reddito,
portando a un importo compreso tra 400 e 500 euro per un figlio. Per redditi di 2200 o 2500
euro, la percentuale potrebbe leggermente diminuire, posizionandosi su cifre
proporzionalmente adeguati, per esempio tra 440 e 625 euro, riflettendo sempre l’obiettivo di
mantenere un equilibrio tra le necessità dei figli e la sostenibilità per il genitore.

Nei casi di stipendi ancora più elevati, come i 3000 euro al mese, l’applicazione delle linee
guida del Tribunale di Monza con un’adeguata decurtazione potrebbe portare a stabilire un
assegno di mantenimento che rispetti una proporzione equa e ragionevole. Ad esempio, si
potrebbe ipotizzare un assegno compreso tra il 15% e il 20% del reddito, risultando in un range
approssimativo da 500 a 750 euro per un figlio, tenendo sempre presente la necessità di
adattare tali stime alle specificità di ogni situazione familiare.

Chiaramente, anche ora, in presenza di due o più figli, l’aumento non sarebbe nella stessa
misura per ogni figlio, ma dovrebbe leggermente diminuire.

In conclusione, benché l’assegno di mantenimento tenda ad aumentare con l’incremento del
reddito del genitore obbligato, l’applicazione delle percentuali deve essere modulata con
attenzione, considerando sempre i principi di proporzionalità, equità e soprattutto il benessere
dei figli. La valutazione dettagliata di ogni caso concreto, considerando tutti i fattori rilevanti, è
fondamentale per garantire che l’assegno di mantenimento sia adeguato e giusto per tutte le
parti coinvolte.