Una perizia sostiene che la firma è autentica.
Il testamento De Toffol – Barozzi
Se da una parte Giuliana Di Cola, figlia della donante Nerina De Toffol, ha impugnato il testamento della madre sostenendo che si tratta di un falso. Ora la cognata della donante, Clelia Barozzi (assistita dall’ Avv. Stefano Bettiol) e beneficiaria, nel testamento della discordia, di un palazzo in Via San Pietro, si fa avanti per costituirsi nel processo civile sostenendo la validità del testamento. Si complica sempre più la vicenda del testamento della discordia che vede il Comune di Belluno come beneficiario dell’antica villa di Orzes composta da due fabbricati costruiti nel XVII secolo. Una villa del valore di un milione di euro, per la quale Palazzo Rosso era già pronto alla vendita per incassare liquidità stabilendo una base d’asta di 942 mila 400 euro.
L’impugnazione del testamento davanti al giudice civile, ha prodotto uno stallo nella vendita dell’immobile e l’impasse è destinata a durare almeno fino a quando non ci sarà un pronunciamento da parte della magistratura.
Anche il Comune, nel frattempo, si è costituito in giudizio, perché naturalmente non vuole perdere un immobile di questo valore, la cui vendita darebbe respiro alla casse municipali.
I fabbricati sono due: il primo è destinato ad abitazione padronale con due alloggi disposti su tre piani, di cui uno nel seminterrato e ha una superficie di 603 metri quadrati, il secondo ad accessorio pertinenziale per 335 metri quadrati, oltre ad un’ampia corte della superficie di 12.580.
Nel testamento della discordia, la donante aveva indicato il Comune come beneficiario dell’antica villa di Orzes mentre palazzo Barozzi di Via San Pietro era stato lasciato alla cognata. Ora quest’ultima, assistita dall’ Avv. Stefano Bettiol è pronta a dare battaglia costituendosi nel processo contro la figlia della donante e producendo anche una perizia di parte nella quale si certifica la veridicità della firma della De Toffol su quel testamento.